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Sabato, 13 Marzo 2010  Stampa |
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Aggiornamenti: Venerdì 11 Marzo 2011 - Mercoledì 19 Marzo 2014

 

San Giuseppe : Storia, Tradizioni, Altari e come si preparano le pietanze

 

Speciale Festa di San Giuseppe : Ecco tutto quello che devi sapere

Chi era San Giuseppe?  Perché si fanno gli Altari in suo onore?  Quale storia, tradizioni, origini, ci sono dietro il 19 marzo?  Che cos'è un altare e come si realizza?  Quali pietanze si preparano?  Che significato hanno ques'ultime? Questo ed altro ancora ci aspetta in questo bellissimo viaggio alla scoperta di un giorno così speciale dedicato ai Papà di tutto il mondo. Mettetevi comodi. il viaggio è appena iniziato. Benvenuti su BeliceWeb.it  e Buona Lettura.

 

Fonte : http://luigiolivo.spaces.live.com/blog/cns!5D66BC2AA5064B4!538.entry

 

 

San Giuseppe

San Giuseppe, secondo il Nuovo Testamento, è lo sposo di Maria e molte confessioni cristiane lo ritengono il padre putativo di Gesù. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il nome Giuseppe è la versione italiana dell'ebraico Yosef, attraverso il latino Ioseph.
Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente chiamati Sacra famiglia.

 

Il Padre putativo
I Vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù fu Dio stesso: Maria lo concepì miracolosamente senza aver avuto rapporti sessuali con alcuno, per intervento dello Spirito Santo. Giuseppe, messo al corrente di quanto era accaduto da una visione avuta in sogno, accettò di sposarla e di riconoscere legalmente Gesù come proprio figlio. Perciò la tradizione lo chiama padre putativo di Gesù (dal latino puto, "credo"), cioè colui "che era creduto" suo padre (sulla scorta di Lc3,23).
 

San Giuseppe, opera lignea di autore ignoto del

1738 - Catenanuova Chiesa Madre Professione

In Matteo (13,5.5) la professione di Giuseppe viene nominata quando si dice che Gesù era figlio di un "téktón". Il termine greco téktón è stato interpretato in vari modi. Si tratta un titolo generico che veniva usato per operatori impegnati in attività economiche legate all'edilizia, dunque in senso stretto non doveva appartenere a una famiglia povera, non si limitava ai semplici lavori di un falegname ma esercitava piuttosto un mestiere con del materiale pesante che manteneva la durezza anche durante la lavorazione, per esempio legno o pietra. Accanto alla traduzione - accettata dalla maggior parte dagli studiosi - di téktón come carpentiere, alcuni hanno voluto accostare quella di scalpellino.

Gesù a propria volta praticò il mestiere del padre. Il primo evangelista ad usare questo titolo è stato Marco che definisce Gesù un téktón in occasione di una visita a Nazaret, osservando che i concittadini ironicamente si chiedono: "Non è costui il téktón, il figlio di Maria?"[1]. Matteo, che probabilmente si trovava a disagio con questo sarcasmo e con questo titolo, riprendeva il racconto di Marco, ma con una curiosa variante: "Non è egli (Gesù) il figlio del téktón?"[2]. Come è evidente, qui è Giuseppe ad essere iscritto a questa professione.

Nei tempi antichi, i Padri latini della Chiesa hanno però tradotto il termine greco di téktón con falegname, dimenticando forse che nella Palestina di allora il legno non serviva soltanto per approntare aratri e mobili vari ma veniva usato come vero e necessario materiale per costruire case e qualsiasi edificio. Infatti, oltre ai serramenti in legno, i tetti a terrazza delle case palestinesi erano allestiti con travi connesse tra loro con rami, argilla, fango e terra pressata, tant'è vero che il salmo 129 descrive come sui tetti crescesse l'erba.

Origini e sposalizio con Maria
Lo Sposalizio della Vergine del PeruginoLe notizie dei Vangeli su san Giuseppe sono molto scarne. Parlano di lui Matteo e Luca: essi ci dicono che Giuseppe era un discendente del re Davide ed abitava nella piccola città di Nazaret.

Secondo la tradizione degli apocrifi, in particolar modo il Protoevangelo di Giacomo (II secolo) Giuseppe, discendente dalla famiglia di David e originario di Betlemme, prima del matrimonio con Maria si sposò con una donna che gli diede sei figli, quattro maschi (Giuda, Giuseppe, Giacomo e Simeone) e due femmine (Lisia e Lidia). Rimase però ben presto vedovo e con i figli a carico. Gli apocrifi cercavano in tal modo di giustificare la presenza di fratelli di Gesù nei Vangeli. La Chiesa cattolica rifiuta questa interpretazione, e sostiene che si trattasse di cugini o altri parenti stretti (in greco antico vi sono due termini distinti: adelfòi, fratelli, e sìnghnetoi, cugini, ma in ebraico una sola parola è usata per indicare sia fratelli sia cugini) oppure collaboratori.

Seguendo ancora la tradizione apocrifa, Giuseppe, già in età avanzata, si unì ad altri celibi della Palestina, tutti discendenti di Davide, richiamati da alcuni banditori provenienti da Gerusalemme. Il sacerdote Zaccaria aveva infatti ordinato che venissero convocati tutti i figli di stirpe reale per sposare la giovane Maria, futura madre di Gesù, allora dodicenne, che era vissuta per nove anni nel tempio. Per indicazione divina, questi celibi avrebbero condotto all’altare il loro bastone, Dio stesso ne avrebbe poi fatto fiorire uno, scegliendo così il prescelto.

Zaccaria entrato nel tempio chiese responso nella preghiera, poi restituì i bastoni ai legittimi proprietari: l’ultimo era quello di Giuseppe, era in fiore e da esso uscì una colomba che si pose sul suo capo [4]. Giuseppe si schermì facendo presente la differenza d’età, ma il sacerdote lo ammonì a non disubbidire alla volontà di Dio. Allora questi, pieno di timore, prese Maria in custodia nella propria casa.

 

La morte di San Giuseppe
Tornato a Nazaret, Gesù cresceva giovane e forte, sottomesso ai genitori. Quando iniziò la sua vita pubblica, molto probabilmente Giuseppe era già morto. Infatti non è mai più menzionato dai Vangeli dopo il passo di Luca sopra citato (talvolta Gesù è chiamato "figlio di Giuseppe", ma questo non implica che fosse ancora vivente), e quando Gesù è in croce, affida Maria al suo discepolo Giovanni, il quale "da quel momento la prese nella sua casa", il che non sarebbe stato necessario se Giuseppe fosse stato in vita.

Secondo l'apocrifo "Storia di Giuseppe il falegname" che descrive dettagliatamente il trapasso del santo, Giuseppe aveva ben centoundici anni quando morì, godendo sempre d'un'ottima salute e lavorando fino al suo ultimo giorno. Avvertito da un angelo della prossima morte si recò a Gerusalemme e al suo ritorno venne colpito dalla malattia che l'avrebbe consumato. Stremato nel suo letto, sconvolto dai tormenti, è travagliato nella mente e solo la consolazione di Gesù riesce a calmarlo. Circondato dalla sposa e dai figli del primo matrimonio, viene liberato dalla visione della morte e dell'Oltretomba, scacciate subito da Gesù stesso. L'anima del santo viene quindi raccolta dagli arcangeli e condotta in paradiso. Il suo corpo viene poi sepolto con tutti gli onori alla presenza dell'intera Nazaret.

Ancora oggi non sappiamo dove si trovi la tomba del santo, nelle cronache dei pellegrini che visitarono la Palestina si trovano alcune indicazioni circa il sepolcro di San Giuseppe. Due riguardano Nazaret e altre due Gerusalemme, nella valle del Cedron. Non esistono, tuttavia, argomenti consistenti a riguardo. Alcuni santi presumevano che egli fosse stato assunto in cielo in anima e corpo al tempo della resurrezione di Cristo.

 

Per approfondire ed aggiungere informazioni al tuo bagaglio culturare segui questo link :  http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giuseppe

 

 

Gli Altari di San Giuseppe : Storia, Origini e Tradizioni

Altare del comune di Santa Ninfa (Tp). Puoi ingrandire questa foto nel sito dell'autore, cliccando qui

Photo Credits : maik07.wordpress.com/

 

L'Altare di San Giuseppe

Preparare l'Altare di San Giuseppe è una pratica che si fa in onore al Santo Giuseppe. Chi è devoto a questo Santo, crea in pratica una cappella con ingresso e campanile, dedicata a quest'ultimo. Generalemente la struttura dell'Altare è in legno. Su di esso vengono poste tutte le pietanze di  San Giuseppe; tra poco vedremo quali sono e come si preparano.

 

Il 19 marzo si possono visitare gli Altari nelle case delle persone che li hanno fatti. L'ingresso è libero a tutti e quando la devota che ha preparato l'Altare ci fa dei doni, si devono accettare. Ad esempio, non è possibile dire "No grazie". Sarebbe un'offesa al Santo.

 

Ma com'è fatto di preciso un Altare e qual è la tradizione antica?

Altare del comune di Gibellina (Tp). Puoi ingrandire questa foto nel sito dell'autore, cliccando qui

Photo Credits : maik07.wordpress.com/

 

La sua forma rispecchia quella di una cappella. Un luogo sacro. La tradizione originale forse negli ultimi anni si sta perderndo. Secondo le antiche tradizioni, gli altari dovrebbero essere fatti di legno e dovrebbero essere rivestiti da una pianta sempreverde chiamata mortella. In alto come prima cosa viene posta la Croce, simbolo della Cristianità. Le quattro estremità dell'altare devono essere addobbate con l'alloro dove attorno ai rami verranno messi i pani tipici di San Giuseppe, chiamati "Pani di Tagliavia".

Mentre i piedi dell'altare si addobbano con rami di rosmarino. Poi in tutto l'altare vanno posti arancie e limoni, per simboleggiare un'offerta al Santo, derivata dai due frutti che la Sicilia produce. Al centro è riposta la M della "Madonna di Tagliavia". Più in basso 2 pavoni rappresentano l'immortalità e la resurrezione di Cristo. A destra della M vanno poste le forbici come simbolo di laboriosità... Per approfondire clicca qui

 

 

 

Le Pietanza

Puoi ingrandire questa foto nel sito dell'autore, cliccando qui - Photo Credits : maik07.wordpress.com/

 

Pasta con le sarde

Ingredienti per 4 persone: 350 g di spaghetti; 400 g di sarde fresche; 3 filetti di sarde sotto sale; 1 cipolla; 1 spicchio d aglio; 20 g di pinoli; 3 mazzetti di finocchietto selvatico; 20 g di uvetta sultanina; 1 bustina di zafferano (facoltativo); 1 dl di olio extravergine; sale e pepe.

http://www.altopalato.it/index.php?option=com_content&task=view&id=308&Itemid=62

 

 

Frittata di asparagi

Preparazione: asparagi, togliete loro la parte bianca e più dura del fusto, legateli assieme a mazzetto e lessateli (per circa 15 minuti) ponendoli in piedi in acqua salata dentro ad una pentola stretta e alta dove possano fuoriuscire solo le punte (che si cuoceranno con il vapore).

http://ricette.giallozafferano.it/Frittata-di-asparagi.html

 

 

 

Frittata di Carciofii

I carciofi sono delle verdure deliziose che si prestano a moltissime ricette, oggi faremo una frittata molto leggera che può essere servita come secondo oppure tagliata a cubetti anche come antipasto. Ingredienti per la frittata di carciofi (dosi per 4 persone).

http://www.buttalapasta.it/articolo/ricette-verdure-la-frittata-di-carciofi/6362/

 

 

 

 

 

Frittata di Cardi

Preparazione: Dopo aver mondato i cardi elimanado le foglie più dure e le coste più esterne, tagliateli in modo sottile e lessateli in acqua. Indi, rosolateli in padella con la cipolla. Battete le uova e aggiungete il formaggio, il prezzemolo tritato, sale, pepe.

http://www.tidolaricetta.it/ricette/secondi/verdure/ricetta-frittata-di-cardi.htm

 

 

 

Frittata di Broccoli

Scolarli e far uscire tutta l'acqua.
Intanto prendere le uova e sbatterle con il sale, pepe nero e parmigiano.

http://dolcienonsolo.myblog.it/archive/2007/11/11/frittata-di-broccoli.html

 

 

 

 

 

Sarde a Beccafico

Le sarde a beccafico sono un gustosissimo secondo piatto di origine siciliana: il connubio di sapori che si mescolano in questo piatto ne fa una pietanza particolarmente saporita e ghiotta, sicuramente da provare. Quella che vi proponiamo qui di seguito è la versione palermitana, ma nel “consiglio” vi suggeriamo anche come prepararla all’uso catanese..

http://ricette.giallozafferano.it/Sarde-a-beccafico.html

 

 

 

Bigné di San Giuseppe

Ingredienti : Acqua: 250 gr. Farina: 125 gr. Burro: 60 gr. Uova: 4 Sale: un pizzico Per la crema pasticcera Latte: 500 gr. Zucchero: 3 cucchiai Farina: 3 cucchiai Uova: 1. Tuorli: 2 Vaniglia: mezza bustina.

http://www.amando.it/ricette/dolci/bigne-di-san-giuseppe.html

 

 

 

 

 

Cannoli Siciliani

Circa 40 con tubi di latta di 12 cm di lunghezza per 2,5 di diametro.

http://www.nennaki.it/html/cannoli_siciliani.html

 

 

 

 

 

 

Sfinci di San Giuseppe

Gli sfinci sono dolci tipici siciliani per san Giuseppe, sono chiamati anche sfince o ancora sfingi o sfinge (la grafia del nome e’ molto incerta e deriva dall’arabo); Qaundo sono più grandi, in Sicilia vengono chiamate Sfinciuna.

http://www.buttalapasta.it/articolo/ricetta-degli-sfinci-di-san-giuseppe/14615/

 

 

 

 

La cassata siciliana

La cassata siciliana non è un dolce poi così difficile da preparare: basta avere a disposizione gli ingredienti giusti (esempi: la ricotta di pecora che deve essere freschissima e qualche mandorla amara per dare più sapore alla pasta di mandorle del rivestimento) e partire qualche giorno prima con la preparazione del pan di spagna e della pasta di mandorle.

http://www.gennarino.org/cassata.htm

 

 

 

E non per ultimo, il simbolo tradizionale di San Giusepppe, ovvero il pane, chiamato anche "Lu Cuccidatu". Questo pane si offre a chi fa visita all'altare.

 

Ecco come si fa U Cuccidatu o pane di San Giuseppe in Sicilia (Quello tradizionale).

Ingredienti
Farina, Burro, Lievito, Sale, Acqua e semi di finocchetto selvatico

Preparazione
Impastare la farina con il lievito, l’acqua, il sale e semi di finocchetto selvatico. Una volta impastato preparare un cerchio con la pasta ed intagliare. Mettere a lievitare l’impasto in un luogo caldo. Una volta aumentato di volume infornare.

 

 

 

 

 

Altare di S. Giuseppe Campofiorito PA

http://www.youtube.com/watch?v=r3UPG4gApsc

 

 

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